L'Astrologia che che se ne pensi nacque per catalogare le Stelle fisse e i moti dei pianeti,
al fine di riprodurne le variabili e le costanti che si presentavano nelle previsioni meteorologiche,
nonchè in succedanea enucleazione le coordinate geomantiche per le direzioni oculari da prendere
per non smarrirsi, e per avere tracciati indicativi dei percorsi da compiere sia terrestri che marini.
I presagi si traevano allo scopo di poter capire che tempo ci sarebbe stato e se fosse prudente
intraprendere la via del mare; lo stesso Esiodo ci fornisce una serie di regole per la previsione
meterologica in rapporto alla navigazione con uno scritto rivolto al proprio fratello.
Omero ci spiega attraverso la sua Odissea come avvengano le tempeste , le burrasche in mare
, facendone l'allegoria del viaggio per mare ,un mix costruttivo di regole per i naviganti e di presagi
casistici da imparare come direttive di vita.
Ipparco cataloga le stelle fisse avendone cura di schematizzarle , sarebbe stato un folle se lo
avesse fatto al solo scopo di mera statistica o di semplice conteggio, attraverso il suo catalogo si
sarebbe arrivati a capire le varie subsfere che circondano la Terra e lo spazio, i cui punti di riferimento
erano le Stelle che assurgevano nella loro ciclicità e in relazione tra loro a un vademecum illustrativo
del clima e delle stagioni , non tanto riconducibile ai moti della Terra intorno al Sole, e quindi con una
preminenza di calcoli apparenti suffragati da linee rette ,bensì la stagionalità, o meglio ancora la
quantità di acqua piovana in sinergia all'andamento delle maree, si determinava secondo i cicli stellari
in rapporto al Sole ,Luna e pianeti, non vi era solo il Sole che dettava la climaticità del Pianeta Terra
bensì vi erano delle configurazioni planetarie che ne davano il grado di umidità e di secchezza
nell'abecedario configurato sulle condizioni atmosferiche.
I greci difatti non avevano un calendario ma un'astrolabio costruito per multifunzionalità sulla
Stella Procione come uno dei punti di riferimento, gli stessi cinesi fanno iniziare il loro anno
guardando all'Orsa Maggiore, il grande Carro, i carri sono un'allegoria anche del Carnevale,
vista come festa ludica e rivoluzionaria dove i ruoli si invertivano, ma quali ruoli?
Ci è stato tramandato che con il Carnevale i c.d. padroni diventavano schiavi e viceversa, in vista
di un' antica festa romana ,celebrata alla metà di Dicembre, i saturnali, dove i ruoli si invertivano,
i servitori erano serviti e i serviti servivano.
Alcuni invece fanno risalire il Carnevale alle feste delle baccanti e quindi al tripudio del Dio
Bacco dei romani o del Dio Dionisio dei greci, dove i riti orgiastici duravano per un periodo
grosso modo di una settimana, dando sfogo agli istinti repressi e lasciando libero l'istinto di
manifestarsi.
Da Wikipedia <<Saturnali avevano inizio con grandi banchetti, sacrifici, in un crescendo che
poteva anche assumere talvolta caratteri orgiastici; i partecipanti usavano scambiarsi l'augurio
Durante questi festeggiamenti era sovvertito l'ordine sociale: gli schiavi potevano considerarsi
temporaneamente degli uomini liberi, e come questi potevano comportarsi; veniva eletto,
tramite estrazione a sorte, un princeps -una sorta di caricatura della classe nobile- a cui veniva
assegnato ogni potere. In realtà la connotazione religiosa della festa prevaleva su quella sociale
e di "classe".
Il "princeps" era in genere vestito con una buffa maschera e colori sgargianti tra i quali spiccava
il rosso (colore degli dèi).
Era la personificazione di una divinità infera, da identificare di volta in volta con Saturno o
Plutone, preposta alla custodia delle anime dei defunti, ma anche protettrice delle campagne e
dei raccolti
Si trattava insomma di una sorta di lunga "sfilata di carnevale" (perché a tale festa sono
riconducibili i saturnalia e tutti i riti agrari successivi).>>
Ma quell'inversione di tendenza di moti metaforici delle personalità altro non era che
l'inversione dei moti ciclici degli Astri negli emisferi terrestri, dove non esistendo una polarità
se non artificiosamente fornita con calcoli eclittici ed equinozionali apparenti, nel periodo del
Carnevale i due emisferi si mischiavano e uno diveniva quello che l'altro era stato fino a qualche
istante prima.
Quindi questa intercambiabilità temporo spaziale forniva il riequilibrio del tempo in relazione
alla sua misurazione e al suo divenire, i giorni del Carnevale non erano sempre uguali, la cadenza
degli stessi si delineava attraverso l'avvistamento delle Stelle e Costellazioni del periodo.
Questo mio pensiero prende le mosse dalle Isole fortunate o dette dei beati a cui i greci facevano
risalire i miti saturnali dell'età dell'oro.
Nel mito, presente nella letteratura greca almeno da Esiodo, le Isole dei beati, erano identificate
con isole dal clima dolce nelle quali la vegetazione lussureggiante fornisce cibo senza che gli
uomini abbiano bisogno di lavorare la terra, successivamente furono identificate da Tolomeo
con le Canarie, ma tutti le davano sempre oltre le colonne d'Ercole, ma non tutti si sono conformati
a questa possibile descrizione dell'ubicazione delle isole felici.
Gli Dei destinavano alcuni eroi a vivervi un'eterna vita felice.
L'assenza del ciclo stagionale, congiunta alla ricchezza della vegetazione, avrebbe potuto
suggerire l'idea di un luogo in cui fossero assenti lavoro e invecchiamento e quindi suffragare
la mia intuizione dove il Carnevale non fosse altro che la spirale terrestre dei moti senza divisione
ne polare ne equatoriale da cui far partire i calcoli climatici e meteorologici
L’ipotesi è basata sull’analisi delle testimonianze di Plutarco e altri autori, che sembrano
riferirsi a terre più occidentali delle Canarie.
Possiamo ipotizzare che il riallineamento chiamiamolo annuale avvenisse in quel periodo e che
l'equazione di bilanciamento emisferico trovasse la sua collocazione con l'inizio di un anno nuovo
o quantomeno con l'arrivo di un clima caldo secco.
Gli antichi Greci scandivano il trascorrere del tempo prendendo a misura Cronos ossia il Pianeta
Saturno e le Horai ossia le ore e le stagioni non come le intendiamo noi, le quali Horai si
accompagnavano a Demeter , la Dea delle messi e del grano,i cui misteri concernevano ,
secondo me , la capacità di produrre essenze igee e presidiali per la salvaguardia della
crescita dell'umanità.( un piccolo estratto dell'inno Omerico è riportato dopo la foto di Samotracia)
Demeter era il proseguio temporale dell'arcana Dea Gea o Gaia, tanto che Demetra
ha dei figli sia da Poseidon il mare in senso lato che da Zeus Giove, nonchè da Iasone
figlio della Pleiade Elettra e di Zeus, da Giasone ebbe due Gemelli uno Pluto il Dio della
ricchezza l'altro Polimeno (l'inventore dell'aratro e li concepì a Samotracia dove Iasone aveva
fondato un tempio per i famosi misteri agresti che lo accompagnavano.
Un piccolo estratto dall'Inno Omerico a Demeter
Così parlava, e Demetra, lei con le ghirlande e bei capelli, non disubbidire.
Straightaway mandò il raccolto da terra con la sua ricca zolla di terra. E tutta la terra si ampliò con foglie e fiori e si caricò. Poi andò al re, gli amministratori di themistes, e lei le fece vedere a Triptolemos, a Diokles, il condottiero di cavalli, 475 di Eumolpo potente e di Keleos, leader del popolo [lâoi] - ha rivelato loro il modo di eseguire i riti sacri, e ha insegnato il rito a tutti loro -Il rituale sacro, che non è affatto possibile ignorare, per conoscere, o per parlare. Il grande timore degli dèi trattiene fuori qualsiasi parola. 480 Olbios tra i mortali è legato alla terra è colui che ha visto queste cose. Ma chi non è iniziato nei riti, chi non prende parte in loro, non potrà mai ottenere un [partiaisa] Di questo genere di cose [che gli iniziati ottenengono], una volta che muoiono, giù nei regni dell'umidità della nebbia. Ma quando la dea è splendente vuol dire che ha dato loro tutte le sue istruzioni, esse[Demetra e Persefone] sono andate a Olympus, a far parte della compagnia degli altri dèi. 485 E vi si attengono al fianco di Zeus, che si diletta nel colpo di fulmine. Santo è, e riverito. Olbios è colui che, sa essere gentile, decidere per amore tra i mortali ed è legato alla terra. Mandano subito un uomo, a risiedere nel suo cuore, e nel suo grande palazzo, Pluto [ricchezza personificata], che dà ricchezza per l'uomo mortale. 490 Ma venite, dee, che avete il compito di demo di Eleusi, profumato con l'incenso. e l'isola di Paros e rocciosa Antron. Vieni, risplendente O donna con doni, la regina Dea [Demetra], portatrice di Horai, e sua figlia, la più bella Persefone. Pensate gentilmente a concedere, in cambio di questa canzone, un mezzo ricco di sostentamento che sia adeguata alla thumos. 495 E io ti terrò a mente per tutto il resto della mia canzone.
nella moltitudine di dèi rivelare all'uomo.
Arato di Soli così descrive i segni meteo attraverso le Stelle ele Costellazioni uno stralcio dal suo , PHAENOMENA ARATUS
I SEGNI DEL TEMPO
Ogni volta che la Luna con le corna sottili risplende a Occidente, ci dice che sta per cominciare un nuovo mese: quando i suoi raggi sono sparsi quel tanto che basta a gettare un'ombra, lei sta per il quarto giorno: con una mezza orbita completa proclama otto giorni : con la faccia piena a mezzogiorno ne conta quindici del mese, e sempre con diversa fase racconta la data del mattino che viene Dodici segni dello Zodiaco sono sufficienti per raccontare i limiti della notte. Ma per celebrare il grande anno - la stagione ad arare e seminare il campo incolto e la stagione per piantare l'albero - sono dettati e rivelati da Zeus e guardandolo da ogni suo lato. Sul mare, se è visibile , più di un marinaio ha previsto l'arrivo della tempesta ,
ricordando anche la Stella Arturo come presagio o le altre stelle che si vedono
dall' Oceano nel crepuscolo mattutino o se Zeus è scomparso nella notte. Per
la verità attraverso loro tutto il Sole passa in corso annuale, che arriva col la sua
macchina nel suo solco potente, e ora a uno, ora ad un altro che si avvicina,
si alza di tanto in tanto come se egli si proponesse in riferimento ad un'altra stella
che sorge al mattino sull'orizzonte .
Quindi come abbiamo visto almeno sugli autori greci le Stelle e le Costellazioni ,
i pianeti e i luminari dettavano i cicli delle temperature a prescindere dalle stagioni
come le intendiamo noi secondo un'accezione geocentrica e non planetaria o meglio
universale come invece assurgevano i greci antichi memori dei racconti e delle età cicliche
non tanto come ere zodiacali bensì spaziali e soprattutto definite dai pianeti , Cronos e Zeus
uno rappresentativo dell'età dell'oro e l'altro di quella d'argento
Questa prima parte sarà compendiata da un'altra parte poi pubblicata successivamente
verso la relazione di questo pensiero greco classico con quello più moderno da Galileo in poi.
MNCD pro Tiche'
|